Laboratorio realizzato con la partecipazione dei bambini ad Attigliano.
Ingredienti: 1 limone, 50 g di sale, 30 ml di aceto bianco, 150 ml di acqua.
Per affrontare la Transizione tra il vecchio mondo dei monopoli al nuovo mondo degli esseri umani, è necessario fare comunità, condividere. Qui troverai informazioni sul tema
La palizzata energetica, similmente ad un impianto a scambio aria/acqua, sfrutta il calore ambientale ma, a differenza di quest'ultimo, utilizza una parte di terreno come accumulo termico combinando quindi energia solare e geotermia ed inoltre non produce fastidiosi rumori.
Per poter efficientemente utilizzare un sistema a palizzata energetica si ha bisogno di una parte di terreno ben esposta visto che la medesima, come già precedentemente evidenziato, utilizza gli agenti atmosferici (quindi ovviamente anche il sole) come fonte di calore.
Se l'impianto e' dimensionato correttamente, l'efficienza della palizzata energetica nell'arco dell'anno è assimilabile ad un impianto geotermico a sonde verticali.
La palizzata energetica è in grado di alimentare le nostre pompe di calore per la produzione di riscaldamento e di acqua calda sanitaria ed anche (con alcuni particolari accorgimenti) di garantire il raffrescamento estivo.
La nostra sede di Biella utilizza questa tecnologia per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua sanitaria.
visualizza grafico efficienza e funzionamento della palizzata energetica
CONSIGLI PER DIVENTARE UN AFFITTACAMERE
Vengono considerati esercizi di Affittacamere le strutture composte da non più di sei camere e con non più di 12 posti letto. Le camere ed i posti letto devono essere ubicati in non più di due appartamenti ammobiliati in uno stesso stabile nei quali sono forniti alloggio ed eventualmente servizi complementari. L’appartamento in cui si svolge l’attività di affittacamere deve possedere i requisiti strutturali e igienico edilizi previsti per le civili abitazioni dal locale Regolamento Edilizio comunale. Coloro che svolgono l’attività di affittacamere possono somministrare inoltre, limitatamente alle persone alloggiate all’interno dell’appartamento, alimenti e bevande nel rispetto di quanto previsto dalle disposizioni igienico sanitarie. In questo caso il Comune provvederà ad annotare in calce alla licenza di somministrazione l’attività complementare di affittacamere
AFFITTACAMERE PROFESSIONALE E NON PROFESSIONALE
L’attività di affittacamere può essere svolta sia a livello professionale che ‘non professionale’. Sono da considerarsi affittacamere non professionali coloro che esercitano l’attività nella casa di propria residenza e domicilio. Questi sono esonerati, oltre che dall’iscrizione nella sezione del Registro esercenti il commercio (R.E.C.), dalla presentazione della dichiarazione dei prezzi. L’attività svolta da titolari di attività di affittacamere che non risiedono nell’appartamento, invece, viene definita ‘professionale’.
CARATTERISTICHE DEI LOCALI
I locali devono essere ubicati in una zona nella quale è permesso lo svolgimento dell’attività di struttura ricettiva/affittacamere in base agli strumenti urbanistici vigenti. Inoltre è necessaria la conformità dei locali alle norme e prescrizioni in materia edilizia. La destinazione d’uso dei locali deve essere compatibile con l’attività di struttura ricettiva/affittacamere e non può essere modificata ai fini urbanistici. I locali devono rispettare le caratteristiche strutturali ed igienico-sanitarie previste per i locali di civile abitazione. Devono quindi essere muniti di un servizio igienico sanitario completo ogni sei persone o frazione di sei superiore a due, comprese le persone appartenenti al nucleo familiare o conviventi.
CARATTERISTICHE DEL SERVIZIO OFFERTO
Le camere da letto devono essere arredate, oltre che da un letto, da una sedia o sgabello per persona, un armadio, un cestino rifiuti e un tavolo. Inoltre, devono essere comodamente accessibili, senza dover attraversare altre camere o servizi destinati alla famiglia o altro ospite. Ogni camera deve essere fornita di energia elettrica, acqua calda e fredda e riscaldamento. La pulizia delle camere ed il cambio di biancheria devono essere garantite ad ogni cambio di cliente e almeno una volta alla settimana.
COSA FARE PER INIZIARE L’ATTIVITÀ
Per iniziare l’attività occorre presentare al Comune, dove avrà sede l’attività, una denuncia di inizio di attività (DIA), anche utilizzando i moduli prestampati predisposti dai Comuni. Per chi come me è di Milano può visionare il sito del Comune di Milano www.comune.milano.it e scaricare la modulistica richiesta.
Coloro che apriranno l’attività nel comune di Firenze, il sito è www.comune.fi.it e nel comune di Roma www.comune.roma.it.
La Denuncia di Inizio Attività deve essere consegnata a:
http://galileo.egaspari.it/attigliano/galileoDoc.nsf Comune di AttiglianoNel caso di nuova apertura l’attività può essere iniziata decorsi 30 giorni dalla presentazione della denuncia. Contestualmente all’inizio dell’attività l’interessato deve dare comunicazione all’ufficio
Ufficio Competente:
comune di Attigliano
Sulla DIA devono essere assolutamente riportate
Il Comune provvede al rilascio dell’autorizzazione solo dopo aver verificato l’esistenza dei requisiti soggettivi del titolare o dell’eventuale rappresentante e dopo aver accertato fondatezza delle caratteristiche funzionali dei locali e dei requisiti igienico-sanitari. Gli accertamenti dei requisiti strutturali vengono svolti attraverso sopralluoghi di agenti abilitati oppure con l’acquisizione di una dichiarazione sottoscritta dall’interessato e controfirmata da un tecnico abilitato attestante la conformità delle strutture e dell’impiantistica. Il Comune comunica poi alla Giunta Regionale ed alla locale Azienda Promozione Turistica il rilascio dell’autorizzazione. L’autorizzazione ha carattere permanente: annualmente il titolare dovrà fare dichiarazione di prosieguo dell’attività medesima al Comune.
OBBLIGHI DEL TITOLARE DELL’ATTIVITA’
Il titolare dell’attività deve informare il Comitato provinciale prezzi in merito ai prezzi applicati entro il 31 luglio dell’anno precedente a quello cui si riferiscono. La mancata denuncia comporta l’obbligo dell’applicazione degli ultimi prezzi regolarmente denunciati. Gli affittacamere devono esporre, nell’appartamento, in modo, perfettamente visibile, una tabella riepilogativa dei prezzi praticati nell’anno in corso e delle caratteristiche dell’appartamento e devono esporre, in ogni camera, sempre in modo perfettamente visibile, un cartellino che indichi il prezzo massimo del pernottamento e degli eventuali servizi offerti nell’anno in corso.
Il titolare ha l’obbligo di comunicare giornalmente all’autorità di pubblica sicurezza l’arrivo delle persone alloggiate. Presso la struttura ricettiva, poi, deve essere esposta in modo ben visibile all’esterno l’insegna con la denominazione nonché l’indicazione della tipologia.
OBBLIGHI DEL TITOLARE IN CASO DI CESSAZIONE
Il titolare dell’attività che decide di cessare temporaneamente o definitivamente l’attività deve darne preventivo avviso al Comune. La cessazione temporanea non può essere superiore a sei mesi prorogabili, per fondati motivi, dal Comune una sola volta e per ulteriori sei mesi. Trascorso tale termine l’attività si intende cessata.
![]() Oltre ai fermenti il Kefir contiene minerali e aminoacidi essenziali biodisponibili che aiutano a mantenere lo stato di salute dell’organismo. Le proteine di alto valore biologico presenti nel kefir sono meglio utilizzabili dall’organismo. Il triptofano, è un aminoacido essenziale abbondante nel Kefir che ha effetti sul sistema nervoso anche perchè il kefir contiene in abbondanza calcio e magnesio biodisponibili, che sono importanti minerali in grado di migliorare la funzionalita’ del sistema nervoso. Sensibile è anche la liberazione di treonina, prolina e lisina. Il Kefir fornisce ampia disponibilità di fosforo, che è uno dei più grandi elementi costitutivi del nostro corpo e aiuta ad utilizzare meglio i carboidrati, e le proteine per la crescita cellulare, per il loro mantenimento ed interagisce nell’accumulo e nella disponibilità energetica. Il Kefir è ricco in Vitamina B9 (acido folico), B12 (cobalamina),B1 (tiamina) e vitamina K. E’ un eccellente sorgente di biotina; queste vitamine del gruppo B aiutano l’organismo a meglio assimilare altre vitamine del gruppo B come B5 (acido pantotenico). Il rifornimento adeguato di queste vitamine agisce positivamente nella regolazione del sistema nervoso e del sistema renale, e sembrano in grado di promuovere la longevità. E’ un buon prodotto alimentare per le persone lattosio intolleranti perchè ricco di Beta-galattosidasi (lattasi) ed è povero di lattosio in quanto con la fermentazione ne è stato idrolizzato circa il 30%. http://kefir.it/articolo.asp?cod=26&kefir=1 fermenti di kefir di latte http://kefir.it/articolo.asp?cod=21 fermenti per kefir d'acqua ![]() ![]() I granuli di kefir di latte fermentano qualsiasi liquido contenente zuccheri, anche latte di riso, di cocco, e di soia, acqua zuccherata, infusi, succhi di frutta, ecc... Però sono nati nel latte vaccino e questo rimane il loro habitat naturale, per cui in sostanze diverse i granuli si squilibriano e non è detto che vivano a tempo indeterminato e si moltiplichino come fanno nel latte. Per cui fa tutte le prove che vuoi, ma ti consiglio di mantenere la coltura di latte ed usare le crescite per gli esperimenti perché diffcilmente potrai usare i granuli delle prove di nuovo nel latte vaccino... ps. il keifr di soia sa di maionese! ![]() | ||
Che cosa è la Resilienza
In ecologia si riferisce alla capacità di un ecosistema di continuare a funzionare in presenza di shock esterni e cambiamenti indotti. Walker e altri la definiscono così:
“la resilienza è la capacità di un sistema di assorbire un disturbo e di riorganizzarsi, durante il cambiamento in atto, in modo da mantenere essenzialmente la stessa funzione, identità e retroazione”.
Nel contesto di comunità ed insediamenti si riferisce alla loro capacità di non crollare alle prime avvisaglie di penuria di petrolio o cibo, e alla loro capacità di rispondere al disturbo con processi di adattamento.
Il concetto di resilienza va ben oltre quello di sostenibilità, termine molto più conosciuto. Una comunità può per esempio, fare una campagna per il riciclo della plastica in modo che tutti i rifiuti domestici e industriali vengano raccolti in modo differenziato, ma ciò, anche se è sicuramente meglio per l'ambiente in senso globale, non fornisce alcuna resilienza alla comunità. Forse una migliore soluzione (oltre a quella di produrre meno plastica) potrebbe essere quella di ideare altri utilizzi per la plastica scartata – cosa che richiede una minima lavorazione – per esempio per la produzione di oggetti.
La controversia del 2000 dei camionisti britannici offre una valida lezione al riguardo. In soli tre giorni l'economia britannica era stata portata sull'orlo del baratro, in fatti era evidente che mancava solamente un giorno per arrivare al razionamento del cibo e allo scoppio del malcontento sociale.
Ora è chiaro che non abbiamo nessun grado di resilienza e che siamo in ogni momento a soli tre giorni dalla fame come recita il vecchio detto: “la civiltà è profonda solo tre pasti”.
Caratteristiche di un sistema Resiliente
Ci sono tre aspetti fondamentali per stabilire l'abilità di un sistema nel riorganizzarsi in seguito ad uno shock:
la diversità
la modularità
il restringimento delle retroazioni
La Diversità riguarda il numero di elementi di cui è composto un particolare sistema, siano essi persone, specie, imprese, istituzioni o fonti di cibo. La resilienza di un sistema non viene solo dal numero di specie che determina quella diversità, ma anche dal numero delle connessioni tra di loro. La diversità si riferisce anche alle varie fonti di ricchezza presenti nei nostri insediamenti (piuttosto che dipendere solo da una, per esempio dal turismo oppure dalle attività minerarie) cosa che comporta una differenziazione delle risposte potenziali alle sfide, generando una maggiore flessibilità. Prevede la differenziazione nell'uso del suolo – per fattorie, per aziende ortofrutticole, acquacoltura, foreste alimentari, piantagioni di noccioli, e cosi via – elemento essenziale per creare la resilienza di un insediamento e la sua erosione, duranti gli anni recenti, ha accompagnato la crescita delle monocolture, che per definizione significano assenza di biodiversità.
Un altro significato di diversità è quello di peculiarità dei singoli sistemi. Le soluzioni che funzioneranno in un posto, non necessariamente andranno bene in altri: ogni comunità metterà a punto soluzioni, risposte e strumenti propri. Questo è importante per due motivi: primo, perché rende le soluzioni dall'alto verso il basso superflue, in quanto coloro che si trovano in alto non conoscono le condizioni locali e quali siano le risposte più adeguate ai problemi particolari: secondo, perché costruire la resilienza significa lavorare su piccoli cambiamenti in tante nicchie, fare tanti piccoli interventi invece che pochi grandi.
Il termine Modularità secondo gli ecologisti Brian Wolker o David Salt, si riferisce al “modo in cui i componenti di un sistema sono connessi”. Verso la fine del 2007 la crisi della banca Northern Rock ha causato significativi problemi e incertezze all'interno del sistema bancario britannico. La crisi era stata provocata dall'eccessiva concessione di crediti e compratori di immobili ad alto rischio negli Stati Uniti d'America, a migliaia di chilometri di distanza: però, in un periodo di tempo molto breve, un sistema ha contagiato un altro e un altro ancora, dimostrando così che le reti globalizzate, spesso esaltate come una delle grandi forze della globalizzazione possono in effetti anche essere una delle sue grandi debolezze. La natura iper collegata dei sistemi moderni altamente connessi permette agli shock di viaggiare a velocemente al loro interno, con effetti potenzialmente disastrosi.
Una struttura maggiormente modulare significa che le parti del sistema possono efficacemente isolarsi, in caso di shock. Per esempio, come risultato della globalizzazione dell'industria alimentare, animale e parti di essi vengono trasportati per il mondo, facendo propagare più velocemente alcune malattie come l'influenza aviaria e l'alfa epizootica. Ridurre il trasporto di animali e reintrodurre la macellazione e la trasformazione locale porterebbe a un sistema maggiormente modulare, con allevamenti locali per mercati locali e con un rischio ridotto della rapidità delle malattie, a differenza di quello a cui abbiamo assistito durante le recenti epidemie.
Nella progettazione dei programmi di decrescita energetica, all'interno delle iniziative per la transizione, il concetto di modularità deve essere fondamentale: massimizzare la modularità con maggiori connessioni interne riduce la vulnerabilità, in caso di sconvolgimenti delle reti più ampie.
Sistemi alimentari locali, modelli d'investimento locali, ecc., contribuiscono a detta modularità, e questo significa essere collegati al mondo, ma dal punto di vista di un'etica di collaborazione e di condivisione di informazioni e non di una mutua dipendenza.
Il restringimento delle retroazioni si riferisce a quanto velocemente e pesantemente le conseguenze di un cambiamento in un sistema sono sentite in altre parti di esso. Walker e Salt scrivono: “un forte accentramento governativo, unito alla globalizzazione, può indebolire le retroazioni. Allungandosi le retroazioni, c'è una maggior possibilità di passare la soglia senza accorgersene tempestivamente”. In un sistema maggiormente localizzato, i risultati delle nostre azioni sono più ovvi e sentiti.
gennaio 2011
Che cos’é un impianto fotovoltaico?
Un impianto fotovoltaico trasforma direttamente l’energia solare in energia elettrica.E' composto essenzialmente da:I moduli o pannelli fotovoltaici: elementi costituiti da celle in materiale semiconduttore, il più utilizzato dei quali é il silicio cristallino.Rappresentano la parte attiva del sistema perché convertono la radiazione solare in energia elettrica.
L'inverter, che trasforma la corrente continua generata dai moduli in corrente alternata;I quadri elettrici e i cavi di collegamento.
Gli impianti fotovoltaici possono essere connessi alla rete elettrica di distribuzione (grid-connected) o direttamente a utenze isolate (stand-alone), di solito, per assicurare la disponibilità di energia elettrica in zone isolate.
Quali sono i vantaggi della tecnologia fotovoltaica?
I vantaggi possono riassumersi in:
assenza di emissioni inquinanti;
affidabilità degli impianti;
minimi costi di esercizio e manutenzione;
modularità del sistema (per aumentare la potenza dell’impianto é sufficiente aumentare il numero dei moduli).
La possibilità di incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili e disporne localmente.
Quali sono gli svantaggi della tecnologia fotovoltaica?
Bisogna tener presente che l’impianto fotovoltaico é caratterizzato da una produzione discontinua a causa della variabilità dell’irradiazione solare.
I costi ancora alti delle celle di silicio.
L'efficienza delle celle di uso commerciale è ancora molto bassa (10-15 per cento)
Le speculazioni e i danni ambientali causati da quelle aziende che vedono nel settore solo la possibilità di business usufruendo dei contributi statali.
Che differenza c’é tra un impianto fotovoltaico ed un impianto solare termico?
Entrambe le tipologie utilizzano il sole come fonte di energia, mentre i moduli fotovoltaici trasformano direttamente la radiazione solare in energia elettrica, i pannelli solari termici riscaldano l’acqua da utilizzare per uso igienico sanitario o per il riscaldamento degli ambienti (es.pannelli radianti).
Dove possono essere installati i pannelli fotovoltaici?
In teoria i pannelli possono essere messi ovunque: tetto, facciata, terrazzo, pensiline, a terra ecc. La decisione sulla collocazione va presa in funzione della disponibilità di spazio (servono 8-10 mq per 1 kw) e alla corretta esposizione dei pannelli (il più possibile orientati verso sud), evitando di togliere superficie importante per altri usi (es.terreni per l’agricoltura).
Quanto costa un impianto residenziale?
Un impianto domestico che copra il consumo di una famiglia media è dimensionato a 3Kw di picco e, utilizzando dei materiali di buona qualità e pagando il giusto la manodopera, costa meno di 15000 euro, iva inclusa (prezzo aggiornato a gennaio 2011),
Naturalmente il costo aumenta se si allunga la “filiera”, cioè gli intermediari. Es. le aziende che lavorano in franchising devono sempre una quota alla casa madre.
Cosa significa “Conto energia”?
Con questo termine si indica un meccanismo di incentivazione dello Stato che per 20 anni remunera, con un contributo diretto, l’energia elettrica totale (indipendentemente dal consumo che se ne fa) prodotta da un impianto fotovoltaico.
Chi paga questo incentivo?
L’incentivo viene erogato dal Gestore dei Servizi Elettrici, GSE S.p.a. www.gse.it
Il contributo del Conto Energia è fisso e uguale per tutti i tipi di impianto?
No. Cambia in funzione della potenza installata e in base a dove é ubicato l'impianto.
Con il Nuovo Conto Energia in vigore dal 1 gennaio 2011 sono state definite 2 tipologie: sugli edifici o di altro genere.
La normativa distingue anche diverse fasce di potenza: da 1 a 3 kw, da 3 a 20 kw, da 20 a 200 e oltre.
Senza entrare troppo nei dettagli é sicuro che la tariffa incentivante diminuirà gradualmente fino al 2013.
E’ possibile calcolare anche solo approssimativamente a quanto può ammontare in concreto il contributo che si riceve con il Conto Energia, per esempio nel corso di 12 mesi?
Si. E’ sufficiente moltiplicare il contributo così come indicato nelle tabelle per la produzione annuale stimata. I kwh di produzione si calcolano moltiplicando la potenza nominale per le cosiddette “ore-equivalenti” del luogo di installazione. Per esempio a Milano le ore equivalenti sono circa 1.100 (ovvero un impianto da 1 kw esposto a sud e con inclinazione di 30 gradi produce mediamente 1.100 kWh/anno), a Roma 1.300, a Trapani 1.500. Supponendo quindi un impianto di 3kw di potenza nominale, la produzione a Milano sarà di ca. 3300 kwh, a Roma di 3900 kwh e a Trapani di 4500.
E dunque, per esempio, un impianto su tetto a Milano riceverebbe (con la tariffa valida fino aprile 2011) ca. 1.320 euro (0,40 x 3300), a Roma 1560 e a Trapani 1800.
Questa produzione é costante nel tempo?
No. A causa del deterioramento dei materiali nei primi 10 anni la produzione elettrica si riduce del 5-10%. Dopo 25-30 anni il pannello produce ancora l’85% della corrente elettrica iniziale.
Cosa succede dell'energia prodotta e non consumata?
L’energia prodotta che non viene consumata contemporaneamente alla produzione viene immessa in rete.
Il modo come questa immissione in rete viene remunerato é diverso a seconda che si acceda alla modalità di scambio sul posto o di vendita.
Nella modalità scambio sul posto si può dire che la rete funziona come una sorta di accumulatore: l'energia non utilizzata viene immessa in rete, quando poi serve viene prelevata.
Dov'é la convenienza?
Che si compensa la quantità immessa in rete con quella prelevata. Per forza di cose i tempi della produzione di energia non coincidono con quelli del consumo (c'é il sole e noi siamo fuori casa... e poi di notte, quando il nostro impianto non produce nulla, accendiamo luci, televisori, lavatrici...): ecco dunque il meccanismo della compensazione tra energia riversata in rete ed energia prelevata: immettiamo cento, preleviamo cento , si va in pari.
Se poi, alla fine dell'anno, il “saldo” é diverso da zero, lo si riporta in compensazione nell'anno successivo oppure viene fatto un conguaglio e il GSE paga questa parte di energia secondo il prezzo di mercato (tipicamente 10 cent al KW).
Per 20 anni il contributo del Conto Energia viene comunque versato per tutta la produzione dell'impianto. Dopo i 20 anni rimane ovviamente il vantaggio dello scambio sul posto.
Un condominio può installare un impianto fotovoltaico?
Si. Il decreto di febbraio 2007 del Conto Energia prevede che il condominio possa essere soggetto responsabile dell'impianto: E’ chiaro che in questo caso l'impianto va a coprire l'utenza condominiale (luci scale, ascensore, eccetera).
Il condominio può anche stabilire di utilizzare le parti comuni per installare impianti che servono ai singoli condomini (é però necessario il consenso all'unanimità).
Quanto tempo sono garantiti i pannelli?
In genere i moduli hanno garanzia dalla casa di produzione di 2 anni, più una garanzia di 20 sul fatto che la produzione non cala oltre l'80%, mentre l'inverter ha una garanzia di 5 anni estendibili a 10 (con l'aggiunta di 250 euro).
Ricordiamo che comunque l’impianto può essere coperto dall’assicurazione per i cosiddetti “danni diretti" (incendio, scoppio, esplosione, fulmini, fenomeni elettrici, grandine ed altri fenomeni atmosferici, oltre al furto e al vandalismo), ma anche, con un supplemento di premio, per i cosiddetti “danni indiretti", che sono quelli dati dal mancato guadagno a seguito di mancata produzione di energia.
In caso di guasto dell'impianto a chi mi devo rivolgere?
All'installatore.
Il mio tetto regge il peso dei pannelli? Quanto spazio occupano?
Ogni modulo pesa ca. 17 kg, e occupa una superficie di poco più di un metro quadrato.
Per esempio un impianto da 3 kWp richiede circa 15 moduli, per un totale di superficie di circa 25 metri quadrati.
I moduli più usati sono in silicio policristallino, che sono i più adatti per il rapporto qualità-prezzo e la flessibilità di utilizzo.
Ho intenzione di installare un impianto oltre i 20 kw, che cosa devo fare?
E' importante sapere che:
- in questo caso si diventa produttori di energia elettrica al pari di una centrale di altro genere
- che si deve essere in possesso di partita IVA per svolgere attività di impresa.
- che la tariffa che si riceve dal GSE é tra le più basse del Conto Energia
- che il ricavo del conto energia é soggetto a tassazione
Aumentare il premio del conto energia fino al 30% isolando la casa.
Gli impianti fotovoltaici fino a 20 kW, operanti in regime di scambio sul posto, possono beneficiare di un premio aggiuntivo che consiste in una maggiorazione della tariffa riconosciuta all'impianto, pari alla metà della percentuale di riduzione dell'indice di prestazione energetica conseguita nell'unità immobiliare alimentata dall'impianto (riduzione di almeno il 10%; premio massimo pari al 30%).
In parole povere, se oltre a installare un impianto fotovoltaico si migliora l'efficienza energetica di un immobile si ottiene un aumento del premio del Conto Energia per kilowatt proporzionale al risparmio energetico ottenuto. Ottenendo un miglioramento dell'efficienza del 20% si ha un aumento del premio del 10% e cosÏ via fino a un massimo di aumento del 30% avendo ottenuto un risparmio del 60%.
Il rapporto tra efficienza e premio é 2 a 1.
In quanto tempo un pannello fotovoltaico compensa l'energia che è servita a produrlo?
Secondo i metodi produttivi attuali, si è calcolato che nei primi tre/quattro anni il pannello fotovoltaico riesce a restituire l'energia che è servita per la sua costruzione, trasporto e installazione.
Dato che la vita utile stimata dell’apparato è almeno venti anni, il bilancio energetico è in attivo.
Se aumentasse anche di pochi punti percentuali l’efficienza delle celle questo il bilancio sarebbe ancora più favorevole.
Smaltire i pannelli fotovoltaici, cosa succede alla fine dell’utilizzo?
Il pannello fotovoltaico é composto da silicio (più o meno sabbia per rendere meglio l'idea) e lo smaltimento avviene come per le schede dei computer o dei circuiti stampati. Non è materiale tossico.
Il rivestimento è costituito da una lastra di vetro temperato, che si smaltisce come il cristallo, ed é rifinito dai profili metallici. C'é poi uno strato di EVA (Etil Vinil Acetato) che si smaltisce come si fa con le tovaglie impermeabili.
Cavi e junction box si utilizzano normalmente in edilizia.
Discorso diverso, invece, quando i pannelli contengono telloruro di cadmio (alcuni pannelli a film sottile), che é una sostanza tossica ed altamente inquinante.
Con la consapevolezza che le industrie del settore, basato sulla compatibilità e sostenibilità ambientale, non potessero sottrarsi alla responsabilità sull'intero ciclo di vita dei loro prodotti, nel 2007 é stato creato un consorzio europeo "PV CYCLE" http://www.pvcycle.org/ con l'obiettivo di promuovere e realizzare il riciclo ed il riutilizzo dei pannelli fotovoltaici a fine vita.
Ad oggi sono 36 i produttori di pannelli membri di PV CYCLE e rappresentano circa il 70% dei produttori europei.
Mi piacerebbe realizzare un impianto fotovoltaico ma non ho abbastanza soldi e/o spazio disponibile.
Attualmente esiste la possibilità di partecipare a un gruppo di acquisto per l'energia che aggrega persone e gruppi familiari interessati a produrre energia da fonti rinnovabili.
Questi gruppi o associazioni senza scopo di lucro consentono di progettare singoli impianti ad azionariato sociale o di accedere a prezzi più agevolati per l'acquisto comune di più impianti.
A titolo esemplificativo si può consultare questo sito:
http://www.solarecollettivo.it/
Impianti grandi o impianti piccoli?
Un atteggiamento etico nei confronti di questa tecnonologia suggerisce che un impianto dovrebbe corrispondere all’effettivo fabbisogno richiesto. Non ha senso produrre più energia elettrica di quella che serve, se non per una questione di speculazione economica.
Lo sviluppo di una rete di piccoli produttori di energia potrebbe favorire in futuro le smart-grid o reti intelligenti di scambio e l’autonomia energetica locale (cioè non dipendere dai combutibili fossili ma neanche dai monopoli).
Si veda anche:
http://www.supersmartgrid.net/
Per informazioni più dettagliate segnaliamo anche il sito del GSE, dove alla pagina:
http://www.gse.it/FAQgse/Pagine/Fotovoltaico.aspx
A cura di Daniele Quattrocchi.
Ulteriori informazioni per la realizzazione di impianti per l’Umbria e il Lazio possono essere richieste scrivendo a: danielequattrocchi@tecnonatural.it
o telefonando a 339-3434850
Si ringrazia per il contributo informativo alcatraz.it